Italia Oggi, in un approfondimento curato dal giornalista Antonio Ranalli, ha raccolto le opinioni di alcuni professionisti in merito a una possibile riforma del D. Lgs 231/2001. La necessità di un intervento legislativo deriva dall’eccessiva frammentazione normativa che ha reso il decreto complesso e di difficile applicazione.

I cambiamenti più recenti hanno riguardato l’istituto del whistleblowing e l’aggiunta di nuove fattispecie al catalogo dei reati puniti dal decreto legislativo 231/2001. In ultimo, il decreto Pnrr è intervenuto sull’art. 512-bis c.p. ossia sul «trasferimento fraudolento di valori», annoverato solo nel 2023 tra i reati presupposto della normativa 231 – ha affermato il nostro partner Francesco Neboli tra gli avvocati intervistati sul tema – È stata, infatti, aggiunta la condotta illecita consistente nell’attribuzione fittizia della titolarità di imprese, quote societarie, azioni e cariche sociali al fine di eludere le disposizioni sulla documentazione antimafia. Risulta evidente come la fattispecie di reato miri a colpire comportamenti delittuosi non poco infrequenti, come quelli finalizzati ad estraniarsi, in via solo apparente, dalla compagine societaria, pur continuando nella realtà ad ingerirsi nell’attività imprenditoriale.

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